La Cappella di San Giacomo Maggiore di Busca dedicata all’ Apostolo San Giacomo il Maggiore detto anche Giacomo di Zebedeo fratello di Giovanni, uno degli apostoli più presenti e vicini alle vicende di Gesù è sorta nel sec. XV, ed era collocata fuori dalle mura della città in un’area abitata e recintata detta Mastrella, corredata da portico per accogliere Viandanti e Pellegrini che transitavano a Busca in uno degli Itinerari verso San Giacomo di Compostela in Spagna.
Anche nei centri minori e nelle province si sono formati dei percorsi tradizionali verso Compostela.
In provincia di Cuneo Giorgio Brunetti in “Le vie dei pellegrini a San Giacomo di Compostela attraverso la Provincia Granda” descrive il tracciato di un’antica via: Pollenzo, Savigliano, Busca, Dronero, Valle Maira, Colle Saturn, Larche e di qui sino al Santuario di Compostela in Spagna. L’edificio quattrocentesco nonostante le piccole dimensioni ebbe molta frequentazione. In epoca seicentesca venne aggiunto l’altare e una grande balconata per l’Organo. In origine l’ingresso alla chiesetta avveniva attraverso un’ampia apertura ad arco acuto, la cui traccia è ben visibile oggi dopo le prime ristrutturazioni.
Per l’affluenza della popolazione, tra il Settecento e l’Ottocento l’edificio venne ampliato con l’aggiunta di un portico antistante la facciata, di gusto romantico. L’interno a pianta quadrata, è coperto con volta a crociera Restaurata con descialbo realizzato secondol’Autorizzazione della Soprintendenza con prot. n. 5066 del 20/04/20. Restauratore il Prof Moselli con la sua equipe di giovani.
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Sono rappresentati nella volta a crociera scandite dai costoloni decorati le bellissime figure dei Padri della Chiesa i principali scrittori cristiani la cui dottrina è ritenuta fondamentale per la Chiesa.
Tali Affreschi sono stati realizzati dai Pittori Fratelli BIAZACI di Busca nella seconda metà del 1400.
Sulla Parete di destra le iconografie degli Affreschi presentano la Leggenda di Santo Domingo della Calzada: in quel luogo il figlio di una famiglia di pellegrini tedeschi diretti a Santiago subì una falsa accusa di furto da parte della locandiera che si era invaghita di lui. Non corrisposta per vendetta nascose nel bagaglio del giovane una coppa d’argento che venne trovata dal Governatore. Il giovane accusato di furto venne arrestato e condannato all’impiccagione. Sentenza subito eseguita. I genitori pur con tutto il loro dolore proseguirono sino a Santiago a pregare per lui. Ma al ritorno la grande sorpresa del miracolo: il figlio impiccato innocentemente era ancora vivo perché San Giacomo con una mano aveva sostento il suo corpo. I genitori corsero allora alla casa del Governatore a narrare il miracolo che il figlio era ancora vivo. Il governatore che era a tavola sbeffeggiando i presenti disse che il figlio era vivo come erano vivi i polli che stava per mangiare. A quelle parole i polli cucinati ripresero vita con il loro piumaggio e le loro zampe. Il particolare è ben leggibile, alla destra del banchetto si riconosce la figura di San Giacomo e quella dell’impiccato sostenuto da San Giacomo sulla forca in legno.
Dalla parte opposta appare una stesura di colline tipiche di talune zone orientali e San Giovanni Battista in giovane età con il bastone e appare nell’atto di donare la propria Tunica alla Madre Santa Elisabetta e al Padre S. Zaccaria per recarsi nel deserto e seguire Gesù.
Il momento più bello della cappella è la volta a crociera con le figure bellissime dei Padri della Chiesa: San Girolamo con il Cappello da Cardinale ed in mano un Cartiglio ancora da decifrare, Sant’ Ambrogio affrescato con in mano il frustino, Sant’ Agostino dipinto con in mano il Libro pronto ad insegnare, San Gregorio Magno dipinto con le Vesti di Papa.
Questi Padri così denominati nel V secolo per indicare i principali scrittori cristiani la cui dottrina è ritenuta fondamentale per la Chiesa. Nella Volta si osservano ancora molti Affreschi di Cartigli scritti in epoca quattrocentesca la cui traduzione è in fase di Studio da parte di giovani Storici.
Ciò che i restauri ci hanno restituito è bellissimo, ed è sicuramente da valorizzare e da divulgare perché ricorda la vita dei nostri cari ed è una ricchezza Artistica e Religiosa.